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Ospiti dai monaci sul Monte Koya di Michele Suraci

Il viaggio in Giappone per noi occidentali ha sempre un fascino dal sapore particolare, quasi mistico, soprattutto quando pensiamo alle antiche tradizioni, ai numerosi templi e alla loro storia tramandata nei secoli dai monaci. 
Gli amanti dei viaggi culturali e del turismo esperienziale hanno la grande opportunità di inserire nel loro itinerario di viaggio la tappa al Monte Koya (Koya-San).

Pagoda Sai-tō

Dove si trova il Monte Koya e come raggiungerlo

Il Monte Koya è un altipiano che si trova nella regione del Kansai, penisola di Kii. Si raggiunge in circa 4 ore da Osaka. Il viaggio fa già parte di questa intensa esperienza e non va considerato solo come un normale trasferimento.
Dalla centrale stazione Namba si prende il treno fino Gokurakubashi (Nankai Koya Line) che inizialmente attraversa alcune vallate e gole strette tra da pareti rocciose. Lungo il percorso si attraversano inoltre zone rurali e isolate della regione. Infine, nell’ultima parte di viaggio, il treno inizia la sua salita sulla montagna regalando un panorama altrettanto interessante.
Arrivati al capolinea si prende la funicolare che porta al parcheggio degli autobus con i quali, in pochi minuti, si raggiunge il centro del villaggio.

Funicolare

Le origini del complesso templare

L’area sacra di Koya-san è stata fondata tra gli anni 734 e 835 dal monaco Kōbō-Daishi. Oggi, dopo 12 secoli, è diventato il centro più importante per lo studio del Buddhismo Esoterico, oltre ad essere la sede della setta del Buddhismo Shingon.

Tempio Kongōbu-ji

Koya-san, cosa vedere

Per programmare al meglio la propria visita bisogna sapere che la zona è suddivisa in due aree di interesse. La prima include il complesso sacro Garan dove si trovano le pagode e i templi, mentre la seconda è lo Oku-no-in, il cimitero monumentale. La visita del Garan inizia dal grande portale, il Daimon, che lascia subito intuire l’importanza storica e spirituale di questo luogo.

Portale Daimon

Tra i primi siti da visitare c'è sicuramente il grande tempio Kongōbu-ji. Sede della scuola Shingon, nella stanza principale si può ammirare un'importante collezione di paraventi storici preziosamente decorati. Nel cortile esterno si trova invece il famoso giardino roccioso, uno dei simboli di Koya-san. Si dice che le rocce rappresentino un gruppo di fedeli che ascolta i sermoni di un monaco.

Tempio Kongōbu-ji, Giardino Roccioso

La pagoda più appariscente è sicuramente la Dai-tō, interamente ricostruita nel 1934 dopo un devastante incendio. Questa pagoda rappresenta idealmente il centro di un mandala a forma di fiore di loto, e include le montagne circostanti a Koya-san.

Pagoda Dai-tō

Da non perdere è anche il Museo del Tesoro che ospita molte opere d’arte, originariamente posizionate all’interno dei templi e monasteri di Koya-San. Nel pomeriggio è consigliata la visita nella zona est al cimitero Oku-no-in. Immerso in una fitta foresta di cedri secolari, questo cimitero ospita oltre 200.000 pietre tombali.

Cimitero Oku-no-in

Il sentiero, interamente costellato da piccole statue e pietre che riportano incise delle preghiere, conduce al mausoleo di Kōbō-Daishi. Una antica leggenda racconta che ancora oggi lo spirito del monaco cammini all’interno del cimitero istruendo con i propri sermoni i defunti.

Dormire dai Monaci

La vera esperienza che aggiunge sicuramente un qualcosa di unico al proprio viaggio è la possibilità di dormire presso le foresterie di uno dei monasteri di Koya-san. I monaci offrono sistemazioni semplici in pieno stile tradizionale e si dorme su dei futon adagiati su tatami, classica pavimentazione giapponese realizzata con legno di giunco e cotone.

Classica sistemazione dai monaci

Le foresterie dei monasteri si chiamano shukubō e danno libero accesso alle funzioni religiose che iniziano molto presto al mattino prima della colazione. Colazione e cena sono inclusi nel pernottamento e, come da tradizione, sono composti da svariate piccole portate tutta accompagnate da riso cotto al vapore.

Cena dai monaci

È un’esperienza davvero indimenticabile che offre l’opportunità di apprezzare ancora di più la spiritualità di questo luogo partecipando attivamente alla vita quotidiana dei monaci per un giorno o due. La sera viene portato in camera il sakè, la tradizionale bevanda alcolica giapponese ottenuta dalla fermentazione del riso con le spore del fungo Koji che può essere consumata indossando lo yukata. Un piacevole rito serale da non perdere.

Sakè

Photo Credits: Michele Suraci - iviaggidimichele.com

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