L’estate giapponese – a meno che non ci si trovi nelle aree più settentrionali – è estremamente calda e afosa e, per difendersi dal caldo, i giapponesi ricorrono anche all’alimentazione. Una delle pietanze protagoniste della stagione estiva è l’unagi, pregiata anguilla d’acqua dolce declinata in numerose preparazioni, che aiuterebbe il fisco a combattere gli effetti della calura.
Uno dei modi più apprezzati per consumare l’unagi è l’unagiju, in cui l’anguilla grigliata è servita adagiata su un letto di riso, accompagnamento ideale per la sua carne dal sapore dolcemente delicato e dalla consistenza ricca di grassi. Per una variante regionale particolarmente gourmet occorre dirigersi a Nagoya [LINK], dove è famosa la versione “hitsumabushi”, in cui la carne di anguilla è servita in una ciotola di legno piena di riso e condita con salsa tamari. Ci sono tre modi per gustarla: a bocconi di riso e anguilla, condita con alghe essiccate e wasabi, oppure aggiungendo a questi ultimi un caldo brodo fatto con le interiora dell’unagi.
Le origini dello hitsumabushi sembrerebbero da ricercarsi nell’usanza di non gettare via i pezzi di unagi tagliati male e di servirli su un letto di riso, questo perché da sempre è considerata una prelibatezza pregiata da non sprecare.
