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Otsukimi: in Giappone, una festa celebra la luna d’autunno

Il festival giapponese di Otsukimi (letteralmente "osservazione della luna") celebra la luna del raccolto che tipicamente cade il quinto giorno dell'ottavo mese del calendario lunare tradizionale giapponese (quest’anno la celebrazione cade il 21 settembre). Si dice che l'usanza di osservare la luna di Otsukimi sia stata introdotta per la prima volta in Giappone dalla Cina, durante il periodo Heian.

In questo momento dell’anno e nello specifico nell’ottavo mese, il plenilunio – secondo i nobili della corte Heian, che per l’occasione si riunivano a festeggiare e omaggiare la bellezza della luna piena con componimenti musicali e poetici, i tanka – raggiungeva l’apice della sua bellezza.

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Questa celebrazione in Giappone, a differenza della Cina, dove conservò un carattere estetico e contemplativo, venne legata ai cicli stagionali e agricoli: un altro nome di Otsukimi, infatti, è Imo Meigetsu (plenilunio delle patate), a segnare l’inizio della raccolta delle patate.

Oggigiorno, lo tsukimi si celebra offrendo alla luna i celebri tsukimi-dango, dolcetti di riso glutinoso la cui forma ricorda quella della luna piena, insieme a ciuffi di susuki, graminacea somigliante al riso offerta come buon auspicio per il raccolto secondo una tradizione del periodo Edo). Altre pietanze caratteristiche dello tsukimi sono i soba e gli udon conditi con uovo crudo, ricoperti di brodo bollente e alga nori.

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Secondo la tradizione giapponese, il mochi viene preparato in una caratteristica cerimonia detta mochitsuki: il riso, messo a bagno e poi cotto, viene pestato nel tradizionale mortaio di grandi dimensioni detto usu con un martello in legno chiamato (kine). Si lavora in coppia: una persona pesta ritmicamente con il kine mentre l’altra rigira ed umidifica il mochi in una sorta di danza che richiede notevoli abilità di coordinazione. Si ottiene una pasta collosa che viene tagliata e modellata a forma di piccole sfere.

Perché il simbolo dello otsukimi è un coniglio? Perché osservando la superficie lunare si possono vedere delle enormi macchie scure che, secondo la tradizione giapponese, rappresentano la figura di un coniglio che pesta del riso in un mortaio per preparare i mochi. Una leggenda buddhista ci spiega perché un coniglio abiterebbe la luna: quattro animali - una scimmia, una lontra, uno sciacallo e un coniglio - incontrarono un anziano viandante sfinito dalla fame. Tutti si diedero un gran da fare per procacciargli del cibo: la scimmia si arrampicò sugli alberi e colse della frutta; la lontra cacciò del pesce e lo sciacallo rubò del cibo da una casa incustodita. Il coniglio invece, privo di particolari abilità, non riuscì a procurare altro che dell’erba. Determinato ad offrire qualcosa al vecchio, l’animale si gettò nel fuoco, donando sé stesso al povero mendicante, il quale si rivelò essere una divinità che, commossa dall’eroica virtù del coniglio, disegnò la sua immagine sulla superficie della Luna, affinché fosse ricordata da tutti (fonte: Wikipedia).

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Questa leggenda ha numerose varianti ed è anche stata ripresa da manga e anime in epoca più moderna: un esempio molto conosciuto è il personaggio di Sailor Moon, il cui nome originario (Tsukino Usagi) significa "coniglio della luna".

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