Il kintsugi (o kintsukuroi) è l’arte di riparare la ceramica utilizzando lacca urushi e polvere d’oro, argento o platino enfatizzando i difetti dell’oggetto anziché nascondendoli. Questa tecnica, evoluta nel corso dei secoli e ancora oggi apprezzata sia in Giappone che all’estero, è anche metafora di resilienza nel superamento di difficoltà ed esperienze dolorose, nonché un esempio di applicazione della filosofia del mottainai, ovvero dell’evitare gli sprechi e dare una seconda vita alle cose. Le sue origini sarebbero da ricercare nel quindicesimo secolo, quando lo shogun Ashikaga Yoshimasa avrebbe affidato a dei ceramisti cinesi la sua tazza da tè preferita, che si era rotta, affinché fosse riparata. Insoddisfatto del risultato, avrebbe incaricato degli artigiani giapponesi di trovare una soluzione più gradevole, e il risultato sarebbe ciò che ora è noto con il nome di kintsugi.
Yamanaka onsen, oltre ad essere una rinomata località termale, è anche sede di diversi artigiani dediti al kintsugi. Situata nella prefettura di Ishikawa, sorge ai piedi del monte Hakusan, una delle tre montagne sacre del Giappone. Qui l’arte è di casa: fiorenti sono sia la lavorazione del legno che la produzione di oggetti laccati, realizzati secondo la tecnica Yamanaka shikki, la cui peculiarità è quella di enfatizzare le venature del legno valorizzandone la naturale bellezza. La località offre ai visitatori la possibilità di cimentarsi in diversi workshop di kintsugi, lavorazione del legno al tornio e laccatura, per un’immersione totale nella cultura giapponese. E, a proposito di immersioni, il bagno Kiku no Yu, che sorge al centro della città, è il luogo ideale per rilassarsi nelle calde acque termali di Yamanaka onsen, apprezzate anche dal celebre poeta Matsuo Basho.
Chi desiderasse mettersi alla prova con l’arte del kintsugi, in attesa di poter tornare a viaggiare in Giappone, può cimentarsi in uno dei workshop organizzati da Tenoha Milano:
https://bunka-academy.tenoha.it/blogs/tenoha-bunka-academy/kintsugi