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Il santuario shintoista Fushimi-Inari, Kyoto di Michele Suraci

Kyoto è senza dubbio una delle mete immancabili di un itinerario classico in Giappone. La bellezza del santuario Fushimi-Inari sicuramente ha contribuito a ciò anche se, in realtà, a Kyoto ci sono tantissime cose da vedere. Solitamente per visitare i principali monumenti della città si impiegano quattro giorni.

Come arrivare al Fushimi-Inari

Il complesso templare è molto semplice da raggiungere: dalla stazione di Kyoto si prende la linea JR Nara e si scende, dopo pochi minuti, alla stazione di Inari. Se siete in possesso del JR Pass, questa tratta è compresa.

Fushimi-Inari Taisha, le origini del santuario shintoista

Le origini risalgono all’VIII secolo e furono descritte nello Yamashirokoku Fudoki, un antico resoconto presentato all’Imperatore sulla geografia e sulle tradizioni del posto. Una delle storie in esso riportate è quella di un antenato della famiglia Hata che sparò ad una torta di riso. Dall’esplosione della torta nacque un cigno che si posò sulla collina, dove crebbe prospero il riso. Il santuario sorge proprio in questo luogo; la parola “ina”, infatti, in giapponese significa “riso”. In passato, quando l’agricoltura e le attività rurali erano alla base della vita quotidiana, la produzione di un alimento primario come il riso o di una bevanda preziosa come il sakè era di vitale importanza.

Oggi la divinità Inari è considerata protettrice anche del commercio. Questo significato le è stato attribuito nel tempo, con la progressiva perdita di importanza dell’agricoltura in favore delle attività commerciali.

Visitare il Santuario

All’ingresso del santuario si trovano due edifici importanti, la grande porta-torre Romon e lo Honden, l'edificio più sacro di tutto il santuario.

Da qui inizia un sentiero dalle numerose diramazioni, con varie soste nei luoghi di preghiera. La particolarità di questo sentiero è quella di essere interamente ricoperto da portali dipinti di rosso vermiglio. Sono posizionati di seguito, uno vicino all’altro, nessuno sa con precisione quanti siano, sicuramente diverse migliaia. Questi portali si chiamano torii e su ognuno di essi è incisa una preghiera, oltre al nome della famiglia di Kyoto che l’ha donato, come segno di buon auspicio.

Ogni tanto è bello uscire appena fuori dal sentiero per ammirare i torii dall’esterno. Sembrano quasi un’infinita coda di volpe che si agita lungo la collina.

La volpe è considerata un animale sacro e tutta l’area del santuario è adornata con statue che la rappresentano con una chiave serrata tra i denti. Le volpi sono venerate come messaggere della divinità Inari e la chiave, simbolicamente, rappresenta l’accesso ai magazzini del riso.

Si cammina circa quattro chilometri per arrivare in cima al monte Inari, dove si trovano anche gli ultimi edifici sacri e le pietre, portate dai pellegrini e dai monaci, recanti preghiere indirizzate a varie divinità.

Solitamente, giunti qui, ci si ferma anche qualche minuto per ammirare il panorama sulla città di Kyoto e per ripensare al cammino spirituale appena compiuto. Anche i non credenti vivranno questa esperienza come un momento per entrare in contatto con sé stessi.

 

Uscendo dal santuario, lungo la strada per la stazione, si trovano numerose bancarelle di street food. Non perdetevi l’occasione di assaggiare le varie specialità che offrono: sarà sicuramente uno dei pranzi più caratteristici del vostro viaggio.

 

Dormire in un ryokan o in una casa giapponese

Il miglior modo per completare un’esperienza di questo genere è quello di rientrare la sera in un ambiente arredato in stile tradizionale. Kyoto è rinomata per i suoi bellissimi e originali ryokan, tradizionali locande giapponesi gestite con la cura e con le attenzioni di un tempo.

Una valida alternativa, per chi si ferma qualche giorno in città, è quella di affittare una casa tradizionale. Solitamente tali abitazioni sono ubicate in quartieri residenziali, offrendo così la possibilità di conoscere ancora più da vicino lo stile di vita locale.

Photo Credits : Michele Suraci - iviaggidimichele.com

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