Siamo più abituati a sentire l’espressione forest bathing, ma shinrin-yoku – letteralmente ‘bagno nella foresta’ – arriva dal Giappone, dove diversi anni fa alcuni scienziati hanno riconosciuto l’alto potere curativo dei boschi: un ambiente ricco di alberi porterebbe infatti, a una inferiore concentrazione di cortisolo, alla diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione cardiaca e di conseguenza dello stress, con grande beneficio del sistema immunitario.
Il termine fu coniato nel 1982 dall’allora Ministro dell’Agricoltura, delle foreste e della pesca, Tomohide Akiyama, cosciente del fatto che le persone in Giappone avevano bisogno di essere trattate e curate attraverso la natura. L’idea faceva anche parte di una campagna per proteggere le foreste: incoraggiate a visitarle per migliorare la propria salute, le persone sarebbero anche state incentivate a prendersene cura.
La forte sensibilità e in particolare il profondo rispetto spirituale e storico per il mondo naturale, ha fatto sì che questa pratica fiorisse vivamente in questa nazione: oggi in Giappone oltre 5 milioni di persone praticano questa medicina preventiva e anche a livello internazionale, sotto il nome di forest bathing, ha ottenuto una grande diffusione anche a livello internazionale.
In Giappone, la Forest Therapy Society è un’organizzazione senza scopo di lucro che identifica le aree con boschi e itinerari praticabili esaminati e scientificamente riconosciuti nell’efficacia. Attualmente in Giappone sono state certificate 62 aree, ognuna delle quali offre “strade per la terapia della foresta” con ampi sentieri di accesso adatti a passeggiate tranquille, alcune anche accessibili a sedie a rotelle.
Ma shinrin-yoku ha avuto origine in un luogo preciso: la foresta di Misugi, una valle montuosa popolata da foreste di criptomerie giapponesi, o cedri rossi del Giappone, situata nella prefettura di Mie.
Nell’originale protocollo giapponese, la specie di alberi presenti nella foresta non è del tutto ininfluente: preferibili sono le latifoglie (eccetto d’inverno) perché rilasciano - contrariamente alle conifere che trattengono gli olii essenzial - i monoterpeni nell’ambiente circostante: tra tutti il leccio, la quercia e il faggio sono da preferirsi.
Chiaramente alla base di tutto questo c’è una riconnessione con la Natura, ma come si pratica lo shinrin-yoku giapponese? Si inizia con un riscaldamento muscolare e uno stretching per prepararsi alla camminata. La passeggiata è molto lenta, si percorrono circa due chilometri in due ore. Successivamente c’è poi un momento di meditazione guidata.
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