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Giardini Botanici

Nell’immaginario del viaggiatore parchi e viali avvolti in un turbinio di fiori di ciliegio sono il simbolo della primavera giapponese. I sakura, però, non sono l’unico spettacolo che la primavera ha da regalare, né gli unici fiori che vale la pena ammirare in Giappone: l’incanto della natura giapponese e le infinite combinazioni cui dà vita mescolandosi con gli elementi architettonici e del paesaggio valgono da sole un viaggio nel Paese del Sol Levante.

Un esempio particolarmente riuscito di connubio tra fiori e architettura è lo Hasedera, un vasto complesso templare che sorge nei pressi di Nara. Edificato nel 686, in seguito all’arrivo del buddhismo in Giappone, è ancora oggi un importante centro di formazione per i monaci. Il complesso è attraversato da una scalinata di circa 400 gradini che conduce alla sala principale ed è protetta dalle intemperie da una suggestiva struttura in legno. In primavera le peonie in fiore che costeggiano la scalinata accompagnano i visitatori fino alla cima, dove li attende la vista della valle sottostante.

Le peonie non sono gli unici fiori a impreziosire i templi giapponesi: a giugno, con l’arrivo della stagione delle piogge, il tempio Meigetsuin di Kamakura si colora delle tinte delicate delle ortensie che ne adornano il giardino. Lo spettacolo è tale da esser valso al complesso il nome di “Ajisaidera”, “Tempio delle Ortensie”. L’ajisai è un fiore celebrato da numerosi matsuri che colorano la stagione delle piogge nel mese di giugno; tra essi, uno dei più celebri è il Bunkyo Ajisai Matsuri, che si svolge ogni anno presso il santuario Hakusan Jinja.

Se Hasedera e Meigetsuin sono luoghi perfetti per ammirare l’incontro tra natura e architettura tradizionale, lo Hitachi Seaside Park è invece l’ideale per meravigliarsi di fronte alle tonalità dei fiori che si fondono con il blu dell’oceano. Raggiungibile in circa due ore partendo da Tokyo, questo parco della prefettura di Ibaraki incanta i visitatori tutto l’anno con le tinte delicate dei narcisi e delle nemophile (in primavera), con il rosso fiammeggiante dei cespugli di kochia (in autunno) e con molte altre varietà di fiori. Chi, invece, preferisce il mare alla montagna apprezzerà il Giardino Botanico Alpino del Monte Rokko, nella prefettura di Hyogo, dove si coltivano circa 1500 varietà floreali alpine.

A Furano, nello Hokkaido, si trova l’agriturismo Farm Tomita, i cui dintorni, tra luglio e agosto, si ammantano del viola delle quattro varietà di lavanda che qui vengono coltivate. Tra i prodotti di punta di Farm Tomita si distinguono il gelato alla lavanda e un pluripremiato olio essenziale dello stesso fiore.

Meno rassicuranti di sakura, ortensie e lavanda ma non per questo meno suggestivi, in autunno sbocciano i manjushage, i “gigli del ragno rosso”, noti anche con il nome di “higanbana”, o “fiore dell’equinozio”. In perfetto accordo con le tinte calde che accendono la natura in autunno, questi fiori scarlatti associati alla morte, tanto belli quanto velenosi, vengono celebrati ogni anno a settembre da un matsuri a loro dedicato. Uno dei luoghi migliore dove rimirarli è il parco Kinchakuda Manjushage Koen, nella prefettura di Saitama.

Giappone Nikki torna la prossima settimana sempre di giovedì! Mata ne!

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