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Sulle tracce di Mori Ōgai a Tokyo, tra la Yanesen e il parco di Ueno

Tokyo, 1888. Nel porto di Yokohama sbarca una nave proveniente dall’Europa. Tra i passeggeri c’è anche un giovane medico dell’esercito giapponese, Mori Rintarō, che sta tornando dalla Germania dove ha trascorso un periodo di quattro anni per studiare medicina militare e igiene. Di quel soggiorno tedesco ha portato con sé appunti, incancellabili ricordi e il sogno di un amore impossibile per una ragazza che ispirerà il romanzo “Maihime” (“La ballerina”).

Al ritorno in Giappone, parallelamente alla professione di medico nell’esercito giapponese, inizia la carriera di scrittore facendo tesoro anche della conoscenza della letteratura europea che aveva approfondito durante il periodo trascorso in Germania. La sua attività culturale è instancabile: lancia una rivista letteraria, frequenta circoli e intellettuali dell’epoca, promuove autori esordienti, traduce romanzi e opere teatrali introducendo in Giappone numerose pietre miliari della letteratura europea. Con lo pseudonimo Mori Ōgai, inizia a pubblicare svariate opere tra cui “Gan” (“L’oca selvatica”), “Vita Sexualis” e la cosiddetta “Trilogia tedesca”, composta da “Maihime” (“La ballerina”), “Utakata no ki” (“Ricordi di vite effimere”) e “Fumizukai” (“Il messaggero”), diventando presto uno scrittore di spicco del periodo Meiji.

Mori Ōgai Memorial Museum

Se vi trovate a Tokyo, il miglior modo per approfondire la vita e le opere dello scrittore è visitare il Mori Ōgai Memorial Museum, nel quartiere Bunkyō-ku, che ha sede nel luogo in cui sorgeva la sua casa, la cosiddetta “Kancho-ro”, sulla cima di Dangozaka, nel distretto di Sendagi. Qui lo scrittore visse per 30 anni, dal 1892 fino alla morte nel 1922, e creò un vero e proprio salotto letterario attorno al quale orbitavano numerosi intellettuali dell’epoca, tra cui Nagai Kafū, Akutagawa Ryūnosuke e Ishikawa Takuboku.

Dopo la sua morte, la casa fu distrutta da un incendio e in questo terreno venne realizzato un parco commemorativo fino al 2012, quando è stato costruito il presente museo per i 150 anni dalla nascita dello scrittore. L’edificio, in scabro cemento armato, è stato progettato dall’architetto Tōki Fumio e si sviluppa su tre piani: non tutti sono adibiti all’esposizione museale; oltre alle mostre, alcune delle quali temporanee, sono ospitati un centro culturale, una biblioteca e una caffetteria che serve anche piatti ispirati alla tradizione culinaria tedesca, proprio per il legame dello scrittore con questo Paese. Per quanto riguarda l’allestimento permanente, viene approfondito il legame di Ōgai con il quartiere in cui è vissuto e con gli altri intellettuali dell’epoca; sono inoltre esposti manoscritti, lettere, fotografie e altri oggetti a lui appartenuti.

Akamon (Cancello Rosso) - Ingresso storico all'Università Todai

Nei dintorni ci sono altri luoghi riconducibili alla vita e alle opere di Ōgai. Del resto, durante il periodo Meiji Bunkyō-ku era il cuore della Tokyo letteraria, una vivacità culturale ampiamente raccontata anche nel fumetto “Ai tempi di Bocchan” illustrato da Jirō Taniguchi. Questo era il quartiere in cui viveva Natsume Sōseki (leggi l’articolo qui) e la poetessa Higuchi Ichiyō; i parchi, le strade e gli scorci di Bunkyō-ku hanno fornito l’ambientazione per numerosi romanzi, tra cui il laghetto dell’università Tōdai, poi rinominato “Sanshirō” proprio in onore dell’opera omonima di Sōseki, e il distretto di Koishikawa, dove è ambientato “Futon”, celebre romanzo introspettivo di Tayama Katai. Purtroppo gran parte di quelle atmosfere del periodo Meiji e Taishō sono andate perdute a causa dei due eventi catastrofici che nel primo Novecento hanno stravolto la fisionomia di Tokyo - il Grande terremoto del Kantō e i bombardamenti americani durante la Seconda guerra mondiale - ma qualche esile traccia del fascino di un tempo possiamo ancora respirarla nelle propaggini più orientali del quartiere, per esempio tra i vicoletti dei distretti di Yanaka, Nezu e Sendagi (la cosiddetta “Yanesen”), un tempo parte della Shitamachi e dove oggi si trova il sopracitato museo.

Ingresso alla Yanaka Ginza Street

Cercando altri luoghi legati a Mori Ōgai, potete rintracciare le atmosfere di “Gan” passeggiando nel campus dell’università Tōdai, frequentata dal protagonista, oppure intorno allo stagno di Shinobazu, nel parco di Ueno, dove in estate una distesa di piante di loto sboccia in fiore. Magari potete concedervi anche uno sfizioso pasto nel vicino ristorante Ueno Seiyoken: aperto dal 1872, è specializzato in yōshoku, la cucina d’ispirazione occidentale, e fu frequentato da numerose personalità del periodo Meiji, tra cui lo stesso Ōgai. Non distante si trova la sede della Nihon Geijutsu-in (Japan Art Academy), una delle più prestigiose istituzioni artistiche del Giappone, che fu fondata nel 1919 (all’epoca si chiamava Teikoku Bijutsu-in) e presieduta per i primi tre anni proprio da Ōgai, per ribadire ancora una volta quanto lo scrittore fosse una personalità di spicco nell’establishment culturale dell’epoca, tanto che fu addirittura nominato Segretario generale del prestigioso Museo Imperiale, l’odierno Museo Nazionale di Tokyo, sito anch’esso nel parco di Ueno. Questo polmoncino verde nel cuore della città era frequentato spesso dallo scrittore che portava i figli a visitare lo storico zoo, aperto nel 1882 e ancora esistente. Il parco figura inoltre come scenario nei romanzi “Gan” e “Seinen” (“Giovinezza”), così come il vicino tempio Ueno Tōshō-gū, dalla caratteristica facciata rivestita di foglie d’oro. Purtroppo molti altri luoghi menzionati nelle sue opere sono scomparsi: è il caso, tra gli altri, dell’antica stazione Hirokōji e il celebre ristorante Izuei, specializzato in anguille e frequentato anche da Jun’ichiro Tanizaki. Di questi ci resta solo l’immagine impressa in qualche fotografia scolorita dell’epoca.

Giardino dello Yomei-ji / © Shimane Prefecture All Rights Reserved.

Se volete porgere un ultimo omaggio allo scrittore, dovete spingervi oltre il confine di Bunkyō-ku: quando Ōgai morì nel 1922, la tua tomba fu eretta nel tempio Kōfuku-ji, nel distretto Mukōjima di Sumida-ku. Tuttavia, a causa degli ingenti danni provocati dal Grande terremoto del Kantō, la tomba fu spostata nel cimitero del tempio Zenrin-ji, a Mitaka-ku. Nel 1953, per tener fede alle ultime volontà dello scrittore, parte delle sue ceneri furono traslate nel tempio Yōmei-ji, a Tsuwano, il suo paese natale, nella prefettura di Shimane. Anche qui si trova un interessante museo a lui dedicato... ma questa sarà la destinazione di un altro nostro itinerario letterario.

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