Le kominka, abitazioni tradizionali ancora oggi presenti nelle aree rurali giapponesi, sono un’opzione di pernottamento perfetta per chi cerca un’immersione in atmosfere d’altri tempi per disconnettersi dalla routine quotidiana.
Queste “vecchie case” - questa la traduzione letterale del termine - sono un meraviglioso esempio di architettura locale. Caratteristica che le distingue dagli altri edifici è il tetto di paglia, fondamentale per proteggere la struttura dalla neve e per isolarla dalle rigide temperature invernali. Costruite interamente usando materie prime di origine naturale come legno, argilla e paglia, le kominka fungevano sia da abitazione che da luogo di lavoro di artigiani, contadini, mercanti o famiglie benestanti. Anche l’interno riflette questa molteplicità: all'ingresso si trova il "doma", un'area polivalente che collega l'ambiente interno con quello esterno; al centro c'è l'irori, il focolare aperto che dà calore alla casa oltre a svolgere la funzione di stufa. In questo spazio quadrato le famiglie, raccolte attorno al focolare, mangiavano o intrattenevano gli ospiti.
Con una storia che affonda le sue radici a circa 300 anni fa, alcune di queste abitazioni tradizionali sopravvivono ancora oggi, grazie ad attenti lavori di recupero e restauro. Tra le più celebri rientrano sicuramente le kominka Patrimonio Unesco di Shirakawa-Go [LINK], nella prefettura di Gifu [LINK], e di Gokayama [LINK], a Toyama [LINK], famose per i tetti di paglia gassho-zukuri, che ricordano due mani giunte, consentendo così alla neve di cadere. È soprattutto d’inverno, quando il paesaggio si tinge di bianco, che l’atmosfera di questi luoghi si fa ancora più magica e fiabesca. Un altro luogo noto per le sue affascinanti case tradizionali del periodo Edo è Ouchijuku [LINK], nella prefettura di Fukushima [LINK]. Da non perdere il museo della città [LINK], sede di un’ex locanda, posto ideale per scoprire la vita dell’epoca nelle kominka.