Agli occhi del neofita del Giappone la prefettura di Fukui è un insospettabile scrigno di sorprese che spaziano dall’artigianato alla spiritualità, passando per natura e cucina, e rivelano un forte legame con il territorio.
Uno dei luoghi più rappresentativi di Fukui è il complesso templare dello Eiheiji, fondato nel 1244 dal monaco Dogen, figura chiave del Buddhismo Zen in Giappone. Qui risiedono circa duecento novizi che si dedicano allo studio e alla cura dei 330.000 metri quadrati del complesso come parte del loro addestramento. La natura circostante affonda radici non meno profonde nella storia della regione: i cedri che avvolgono l’Eiheiji risalgono infatti alla sua fondazione e, assieme agli aceri che compongono la foresta circostante, valgono la visita anche per i viaggiatori meno interessati all’aspetto spirituale del luogo. Per chi invece non voglia fermarsi a una semplice visita ma desideri vivere qualche giorno assieme ai monaci esiste la possibilità di pernottare per alcuni giorni nel complesso e calarsi completamente nella vita del novizio.
Che si sia alla ricerca di un luogo dove fare forest bathing senza rinunciare all’elemento culturale o che si voglia dare un’impronta più spirituale al proprio viaggio, altra tappa imprescindibile nella prefettura di Fukui è il santuario Heisenji Hakusan, luogo di riferimento per i pellegrini diretti al monte Haku, una delle tre montagne sacre del Giappone. La solennità del luogo si intuisce già dal lungo viale lastricato che conduce all’edificio principale, che si snoda nella cornice di imponenti alberi secolari e le cui pietre furono portate a mano da monaci asceti.
Altro importante pezzo di storia di Fukui è il castello di Maruoka, uno dei 12 castelli originali ad oggi rimasti in Giappone. Dell’edificio, costruito nel 1576 su ordine del signore feudale Shibata Katsutoyo e distrutto da un devastante terremoto nel 1948, oggi rimane solo il mastio, ricostruito fedelmente negli anni ’50 utilizzando quasi esclusivamente i componenti originari. Il castello di Maruoka è noto anche come “Castello della nebbia” per via della leggenda secondo la quale ogni volta che i nemici vi si avvicinavano una fitta nebbia scendeva su di esso fungendo da scudo naturale.
La storia e la tradizione si respirano anche nell’artigianato locale, che qui si distingue da secoli per la produzione di oggetti laccati, Echizen shikki, dalla raffinata lucentezza, di ceramiche destinate agli usi più svariati, Echizen yaki, di una carta tanto pregiata quanto resistente, Echizen washi, e coltelli leggerissimi ma non per questo meno affilati, Echizen uchihamono.
Il legame con il territorio si percepisce intensamente nelle specialità locali: il mare, che lambisce le coste della prefettura, è lo habitat del granchio Echizengani, protagonista delle tavole di Fukui, da solo o rielaborato nel kaiko-don, una pietanza a base di riso e uova di granchio insaporita da un brodo a base di interiora di questa varietà di crostaceo. Pietanza forse più “povera” ma non per questo meno deliziosa e l’Echizen-oroshi soba, variante locale dei popolari noodles di grano saraceno che qui si gustano accompagnati da una generosa cascata di daikon grattugiato e dal dashi, leggero brodo di pesce che costituisce una delle basi della cucina giapponese.
Per godersi con gusto le specialità del posto è bene presentarsi a tavola con appetito, e una passeggiata nella natura è forse il modo migliore per stimolarlo. Si può scegliere tra una passeggiata lungo la poetica spiaggia di Kehi no Matsubara, nella baia di Tsuruga, la cui distesa di sabbia bianchissima è cinta da 17.000 pini rossi e neri, o una gita ai Cinque Laghi di Mikata, le cui acque presentano diverse gradazioni di blu, per un panorama sempre diverso. Oppure, ancora, si può esplorare il parco di Asuwayama, situato nella città di Fukui, e, in primavera, riempirsi gli occhi del rosa dei ciliegi che lo abitano.