Una delle arti marziali più affascinanti del Giappone è il kendo. Il kendo porta con sé l’essenza delle arti da combattimento nipponiche. Infatti, l’utilizzo della spada alla base di questa disciplina è stato tra i maggiori interessi nella preparazione militare dei samurai insieme all’equitazione e il tiro con l’arco.
Quest’arte marziale risente di una forte influenza del buddismo zen, una corrente di pensiero che ha permeato gran parte della storia giapponese e che si caratterizzava per una sensibilità particolare verso concetti come il vuoto e la transitorietà della vita. Nel kendo l’atteggiamento ideale per il combattimento ovvero il mushin, la “mente vuota”, è l’espressione diretta di questa visione del mondo. Come si può ben immaginare la mente libera da ogni pensiero era necessaria in battaglia per prevedere le mosse del nemico e uscirne vittoriosi.
Sebbene ai giorni nostri sia venuto meno, ovviamente, il fine ultimo di uccidere l’avversario, il rafforzamento del carattere, l'auto-disciplina e il rispetto continuano a mantenersi intatti. La katana è stata sostituita da spade di legno dette bokken, per i “kata”, le forme, e da spade di bambù, gli shinai, durante gli allenamenti e le competizioni. Inoltre, esattamente come in passato l’armatura, il bogu, composta da elmo, corpetto e guantoni si indossa sopra ad un particolare kimono.
Quest’arte marziale tanto amata in Giappone è stata in grado di uscire dai confini nazionali riscuotendo un successo notevole anche all’estero. Nello specifico, nel nostro Paese il kendo si è diffuso agli inizi degli anni Settanta e sono oggi numerosi i club iscritti alla Confederazione Italiana Kendo. La nazionale azzurra partecipa regolarmente a competizioni di livello europeo e mondiale con ottimi risultati.
Con il passare degli anni, oltre al kendo si sono affermate numerose arti marziali giapponesi che hanno contribuito ad accrescere la popolarità del Giappone e delle sue tradizioni in Italia.
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