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Soggiornare nel segno della tradizione in Giappone

Ryokan, minshuku, shukubō: se avete qualche difficoltà ad orientarvi nella proposta alberghiera tradizionale del Giappone, ci siamo noi ad aiutarvi con questa breve guida. Per quanto esistano alberghi di tutti i livelli, stili e qualità in Giappone, soggiornare in stile tradizionale offre un'esperienza culturale aggiuntiva. Dormire su futon, immergersi in un o-furo (bagno in stile giapponese, spesso in comune) o iniziare la giornata con pesce alla griglia e riso, fanno parte integrante di un’esperienza il più completa possibile del Giappone.

Ryokan è la parola giapponese per locanda. Oggi denota strutture alberghiere in parte arredate in stile giapponese con tatami e futon al posto dei letti e un tavolino basso al centro della stanza, inclusive di mezza pensione (colazione e cena rigorosamente in stile giapponese), dotate di onsen o almeno di bagno caldo e infine, provviste di yukata (un kimono leggero e informale di cotone) da indossare per i momenti di relax. Più che un’offerta alberghiera standardizzata, il ryokan incarna uno stile di soggiorno "a casa lontano da casa", dove regnano però ritmi lenti, quiete, un contatto ravvicinato con la tradizione dell’accoglienza giapponese, l’omotenashi. Il ryokan infatti, non rispecchia standard qualitativi omologati né rientra all’interno di una proposta di accoglienza omogenea, ma si presenta con una varietà di strutture che possono differire molto tra loro: alcune saranno dotate di comfort (come, banalmente, un ascensore ad esempio o il bagno in camera sino a plus come la vasca per il bagno caldo o termale privata, sia essa esterna o interna), altre invece, sembreranno uscite dalle stampe ukiyo-e (le antiche xilografie giapponesi) con le loro vecchie strutture in legno.

Filiz Elaerts on Unsplash

Prima di scegliere un ryokan per il vostro prossimo viaggio in Giappone dovreste farvi alcune domande: - credo di poter riposare bene su un futon? - ritengo di poter affrontare una colazione tradizionale giapponese (e una cena in stile kaiseki, ovvero l’alta cucina giapponese composta da molte piccole portate a base di riso, alghe, tofu, pesce fresco e verdure fermentate, proposta nei ryokan molto spesso con dei menu fissi)?

Per rispondere vi forniremo alcuni elementi partendo dal futon: sebbene non si tratti di un semplice sacco a pelo poggiato sul pavimento e che il tatami sottostante e il materasso del futon siano molto confortevoli, potreste trovarlo scomodo qualora foste abituati a dormire su materassi morbidi. Inoltre, non è consigliato a chi ha problemi di mobilità come ad esempio le persone anziane, perché è difficile poi sollevarsi dal pavimento. Per quanto riguarda, invece, i pasti in stile tradizionale giapponese ricordate che la colazione è composta da riso e pesce grigliato nei casi più diffusi, ma può arricchirsi di numerose altre portate a base di alghe, funghi, soia fermentata, uova e generalmente prodotti di stagione nelle strutture più lussuose: quanto di più lontano possa esserci dal classico cappuccino e cornetto delle abitudini della maggior parte degli italiani. Anche la cena richiede una certa flessibilità alimentare: la cucina kaiseki è molto ricca e articolata, non sempre assimilabile alle pietanze più diffuse in Italia. Nei prossimi post cercheremo di approfondire l’argomento.

Onsen e yukata sono la parte decisamente più apprezzata dal turista che soggiorna nel ryokan: il beneficio del bagno caldo termale, sia esso fatto in camera propria laddove possibile o nei bagni comuni, è un’esperienza per noi tutta nuova, spesso totalizzante per la particolarità e la bellezza del contesto. Chiude questa parentesi rigenerante la comodità e informalità dello yukata di cotone, messo a disposizione dalla struttura e utilizzato dagli ospiti anche per passeggiare nelle strade ad essa circostanti.

Esiste un portale che raccoglie un gran numero di ryokan, ne fornisce una minima descrizione e ne consente la scelta e la prenotazione: https://www.ryokan.or.jp/english/

Susann Schuster on Unsplash

I minshuku sono alloggi privati a conduzione familiare, le stanze sono in genere più piccole e più semplici di quelle che si trovano nei ryokan; i servizi in camera sono rari. Il servizio è meno formale riflettendo la personalità dei proprietari della locanda piuttosto che i severi standard di ospitalità del Giappone. I pasti sono più semplici e più simili alla cucina casalinga.

Molti minshuku richiedono la prenotazione diretta non apparendo in siti web dedicati; nelle zone rurali, i centri di informazione turistica locali spesso possono aiutare, anche se spesso non è possibile cenare con le prenotazioni per lo stesso giorno.

Gli shukubō sono alloggi offerti nei templi buddisti. Storicamente sono stati creati per i pellegrini o i visitatori ufficiali del tempio, ma in questi giorni molti accolgono viaggiatori occasionali. Gli shukubō variano enormemente nello stile e nei servizi: alcuni sono decisamente lussuosi, mentre altri offrono stanze nude con tatami (in comune o private) con servizi condivisi. Molti shukubō, anche se non tutti, consentono ai visitatori di osservare i rituali di preghiera mattutina dei monaci.

Cucina vegetariana buddhista

I templi in genere seguono orari rigorosi e gli ospiti sono tenuti a seguirle: potrebbe essere necessario effettuare il check-in entro una certa ora e potrebbe esserci un coprifuoco. Il cibo servito è shōjin-ryōri (cucina buddhista vegetariana), spesso preparato con prodotti coltivati dagli stessi monaci.

La destinazione più popolare per lo shukubō è il complesso monastico di montagna Kōya-san, nella prefettura di Wakayama (Kansai), a circa due ore di treno a sud di Osaka. Ci sono oltre 50 shukubō in questa zona e templi adornati da giardini tranquilli (http://eng.shukubo.net).

Giappone Nikki torna giovedì! A presto, mata ne!

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